E' sufficiente farsi una panoramica su facebook e rendersi conta di cosa stia accadendo a margine, rispetto all'andamento non proprio esaltante della squadra. Oppure, nei vari luoghi d'aggregazione, ad esempio i bar, si può ascoltare e quindi apprendere il meglio delle new's (tecniche, economiche, legali, penali, ma anche programmazionali e "futurologiche", con l'asilio di "esperti medium"...) che riguardano il Benevento Calcio, il presidente, Oreste Vigorito, e su tutti coloro che, in un modo o nell'altro hanno un rapporto diretto lavorativo o semplicemente amicale con lo stesso patron giallorosso.
Pensare a quanto siano sprecate cotante eccellenze professionali ed intellettuali fa molta rabbia. Ancor di più appurare che costoro siano tutti impegnati -accidenti- in altri rispettabilissimi lavori: falegnami, carpentieri, fabbri, impiegati, autisti, commercianti, o addirittura disoccupati e pensionati. Un controsenso, la chiara dimostrazione del perché, poi, l'Italia va a rotoli. Veramente ad andare a rotoli è la nostra già martoriata Benevento e i motivi sono sempre gli stessi. La cultura del sospetto, l'invidia, la cattiveria figlia dell'ignoranza è terreno assai fertile. In fondo, se siamo rimasti (me compreso) sempre e solo in serie C, rimbalzando più volte nei dilettanti, è perché non tutti siamo da terza serie, in una città da terza serie e con l'obiettivo massimo raggiungibile equivalente ad una salvezza tranquilla, tanto per rimanere in tema calcistico. Salvo eccezioni, sia chiaro.
In città proliferano profonde sacche d'ignoranza, cattiveria, maldicenza, arretratezza economica e culturale. Incluso me, sia chiaro, anche io faccio parte della massa e non mi nascondo. Magra consolazione, quello che accade a Vigorito non è mica un caso isolato. A Benevento, in tutti i settori è così, da sempre. Provate a fare imprenditoria, a cimentarvi nalla politica o a proporre nuove iniziative, di qualsiasi tipo esse siano. La feroce inquisizione popolare piomba su tutto e tutti. Per certi aspetti siamo rimasti nel tardo medio evo e i danni del sonno papalino nel quale questa città è caduta alcuni secoli fa, sono sempre più evidenti. Ed è troppo che la famiglia Vigorito sia durata così a lungo. Quindi, il moto autodistruttivo deve colpire con sempre maggiore forza e frequenza...
A Benevento ognuno sa parlare male di tutti, nessuno escluso, dimenticando sempre di fare un minimo di introspezione, per vedere e capire se poi si hanno gli attributi morali per poterlo fare. Io credo che nessuno o quasi (solo per statistica...) invece, possa farlo. Ed un minimo d'intelligenza sarebbe necessaria anche ai sedicenti puri di starsene zitti, di evitare di puntare il dito. Perché da accusatore è un attimo diventare accusati. E condannati.
Vigorito vince? E ha fatto il suo dovere "minimo", con tutti i soldi che ha speso. E poi lui deve solo cacciare i soldi e stare zitto. Già gli facciamo un piacere a tenerlo, eh!
Vigorito perde? Quindi:
1. è fallito;
2. non sa investire;
3. non sa programmare;
4. non vuole andare in B;
5. vuole fare sempre lui la squadra;
6. scegli sempre lui i calciatori;
7. deve montare le pale eoliche a Canicattì, a Tegucigalpa o comunque in qualsiasi città nella quale c'è la squadra che è prima in classifica o quell'anno vince il campionato;
8. in serie B non può "scaricare l'IVA" e alchimie fiscali varie. Ma veramente?!? Allora tutti i presidenti di B e A sono benefattori dell'umanità? Moratti, Berlusconi, De Laurentis, Lotito, Della Valle, Cairo, e compagnia bella: SANTI SUBITO!;
9. è di Avellino;
10. si è venduto la finale;
11. è presuntuoso;
12. è arrogante;
13. è napoletano (ma non era di Avellino?)
14. è chiacchierone;
15. _______________________________ (spazio libero, riempire a piacere).
Non parliamo poi di chi "osa" andare contro il comune pensiero e prova a ragionare di testa propria. Apriti cielo! Venduto, lacchè, zerbino, "compare". Questo quando va bene, perché c'è anche di peggio, irriferibile. Vale per giornalisti, gli addetti ai lavori ma anche per quei tifosi che, dissociandosi pericolosamente dalla massa, hanno un personalissimo modo di vedere le cose, magari riconoscendo quanto di buono proprietà e squadra (a quando?) fanno. Senza conformarsi al pensiero, spudoratamente! Tutti alla gogna, tutti esposti al pubblico lubridio, perché così si usa.
"Mi hanno detto...", "un mio amico ha saputo...", "mi ha riferito una persona che lavora in ambito societario...", "un amico di un mio amico che ha un amico che gioca al calcio in Guatemala conosce un ex calciatore giallorosso che ha detto...". E non è questo a stupirmi, ma il fatto stesso che tanti, troppi, cadano nel tranello e facciano immediatamente proprie, assurdità e menzogne assortite, distorcendo a se stessi e di riflesso agli altri la visione, altrimenti semplicissima, dei fatti. Come un sassolino che rotola giù nel burrone, buttato per gioco, e alla fine, a valle, arriva una valanga devastante!
Ma da cosa nasce tanto livore, cosa ha potuto mai alimentare un risentimento tale da vedere nella Proprietà il nemico numero uno di "parte" della tifoseria? La mancata promozione in serie B? Potrebbe essere un motivo plausibile. Ma bisogna analizzarlo. Mancata promozione che, a noi, cosa è costato? Quanto, in termini economici, ad ognuno di noi? Cosa ha levato o aggiunto rispetto a quanto già non avevamo nella bacheca calcistica? Il livore è solo per una mancata promozione o, per caso, nasce dal fatto che i nostri "vari cugini" campani o qualche altro invece ci è andato in B e noi no? Ma questo vuol dire essere frustrati! Vuol dire soffrire un complesso d'inferiorità che non può essere certo nato dal febbraio del 2006. Le radici di questo male sono molto più profonde, a mia memoria credo partano almeno dal 1976. Allora Vigorito non c'entra. O meglio, lui è, suo malgrado, erede di quanto accaduto in precedenza. Ma non certo il colpevole.
Oppure il livore e l'astio nascono perché egli, venuto a Benevento e buttatosi alle spalle il nostro sentimento nemmeno velatamente xenofobo, ha creato comunque posti di lavoro, dando la possibilità di riscatto a tanti giovani concittadini? Può anche non piacere, ma intanto tanti giovani sanniti lavorano e guadagnano onestamente, grazie a lui. Non è che è stato proprio questo fatto a far nascere l'astio in quelli che, invece, sono rimasti a bocca asciutta? Ma anche questa è frustrazione, motivata, per carità, ma rimane tale. E allora? Io credo che il 99,9% di tanto risentimento sia solo strumentale. E comunque partorito da problemi personali, relazionali. Non ci può essere altra spiegazione.
Divagazione. Siamo arrivati al paradosso, davvero: sarebbe stato meglio fallire definitivamente alla fine del campionato 2005/2006 per ripartire dalla terza categoria? Si, perchè avevamo già sfruttato il Lodo Petrucci, aggrappandoci ad esso con disonore, perché quel lodo era una di fatto retrocessione terapeutica alla categoria inferiore per dichiarata inadempienza economica. Infamante, altro che storie! La scriteriata gestione Tescari, una volta materializzatasi la mancata promozione (era una scommessa sul suo raggiungimento: o promossi o è finita) ci avrebbe inevitabilmente gettato sul lastrico. Lo sapete che i contratti ai calciatori fatti da quell'imprenditore (tsè!) erano mediamente del tipo: 10.000 euro il primo anno, 50.000 il secondo e 80.000 il terzo? A calciatori che, in alcuni casi, già definire tali era un azzardo? Con i soldi NOSTRI, quelli della comunità messi a disposizione dalle Istituzioni all'imprenditore (tsè!) biellese. E allora, era meglio ripartire dalla terza categoria per salvare l'immagine o l'andamento almeno dignitoso degli ultimi campionati di sere C possono essere considerati accettabili? No? E allora è certo, siamo frustrati, pericolosamente.
Una colpa grave soltanto io riconosco ad Oreste Vigorito. E' questa: il suo arrivo a Benevento, nel tempo, ha trasformato una tifoseria orgogliosa e consapevole della propria umiltà (che è un grandissimo pregio), in un'altra arrogante e presuntuosa (grandissimo difetto), che ha erroneamente cancellato la propria memoria storica, perdendo ogni traccia d'identità. Salvo eccezioni, come sempre. La sua smania di regalarci un sogno (ma che presuntuoso questo Oreste...) si è invece ritorta contro tutti noi, impreparati e non adatti a recepire tale nobile intendimento.
Lui colpevole quasi quanto i suoi stessi attuali detrattori. Ma quel quasi è di dimensioni spaventose.
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