Il verificarsi di fatti e circostanze determinati da uno scarso o mancato utilizzo del buon senso da parte dell'uomo, può ingenerare reazioni emotive incontrollate anche in chi, come me, abbia in genere un marcato rapporto conflittuale con la “lamentela preventiva” , che molto ha di illogico e poco di razionale.

Me ne rendo conto, ma – cosa volete da me? - non posso non constatare come la designazione del signor Gianluca Aureliano, della sezione AIA di Bologna, effettuata dal designatore ufficiale degli arbitri, signor Nicola Rizzoli, guarda caso anch'egli di Bologna, per la direzione della gara Benevento-Sampdoria di domenica prossima, rappresenti proprio il classico esempio di utilizzo improprio del buon senso.

Logica avrebbe voluto, a mio parere, che in previsione del delicatissimo incontro di calcio tra Bologna (...appunto) e Benevento, in programma la giornata successiva di campionato, l'ex arbitro felsineo avesse evitato di designare un suo concittadino a dirigere i sanniti nell'altrettanto delicato incontro casalingo contro i doriani.

Chiarisco subito che ho grossa stima per Gianluca Aureliano e sono, anzi, convinto e stra-sicuro che egli si renderà protagonista di una direzione di gara “di livello”.

Ma non è questo il punto.

La designazione dell'arbitro bolognese alla direzione della partita in tanto s'è resa, diciamo, poco opportuna, in quanto la stessa, non appena ne è stata diffusa la notizia, ha già dato voce al diffondersi di ipotesi, congetture, opinioni, supposizioni poco razionali e molto umorali delle quali si sarebbe fatto volentieri a meno e che potrebbero, alla fine, condizionare finanche lo stesso “fischietto” bolognese o quantomeno minarne la serenità. Tanto più che la squadra del Benevento è imbottita di giocatori diffidati i quali, ad un'eventuale ammonizione ricevuta, sarebbero costretti a “saltare” il successivo, delicato impegno del “Dall'Ara”, concedendo così un indubbio vantaggio, almeno sulla carta, alla squadra bolognese.

Strano come l'esperto e navigato Nicola Rizzoli, tra l'altro ex arbitro internazionale, a tutto questo non abbia pensato, nel momento in cui ha ritenuto di dover “inviare” a Benevento il collega di sezione.

Ma ripeto: circoscrivo il fatto ad un semplice mancato utilizzo di buon senso, e m'impongo che sia la ragione a prevalere sull'istinto, pur se, devo ammetterlo, il conflitto tra i due sentimenti è, al momento, in me molto forte. Quel perenne conflitto tra cuore, che vuol dire istinto, passione, emozioni e ragione, che vuol dire equilibrio, riflessione, meditazione, razionalità e, soprattutto, responsabilità, che il mio ruolo, tra l'altro, m'impone.

Cuore e ragione guidano l’uomo nel fare determinate scelte, ad avere diverse reazioni, a seconda ch’egli si lasci sopraffare dall’uno o che utilizzi consapevolmente l’altra.

Devo usare consapevolmente l'altra, altrimenti nulla ha più senso.

Sezione: PUNTI DI VISTA / Data: Gio 04 febbraio 2021 alle 20:23
Autore: Andrea Bardi
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